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Joseph Mallord William Turner

(Londra, 23 aprile 1775 - Chelsea, 19 dicembre 1851)

In questa sezione ripercorrerò il percorso artistico di Turner perché ritengo che metta bene in luce il cambiamento che si fa strada nel periodo del Romanticismo

J. M. W. Turner, Interior of Salisbury Cathedral, Looking Towards the North Transept (1801-5), watercolour, The Salisbury Museum

Le sue opere gli procurarono una immediata fama che porta all'attenzione del pubblico la tecnica dell'acquarello, che generalmente era considerata una forma di pittura minore, solitamente utilizzata per studi e disegni preparatori. Per realizzare le sue opere, viaggio moltissimo in Gran Bretagna, Francia e Svizzera.

     È bene ricordare che all'epoca non esistevano ancora i colori pronti in tubetto, non era possibile, quindi dipingere all'esterno. L'unica eccezione era data proprio dagli acquarelli che si potevano acquistare in piccoli panetti composti da pigmento e gomma arabica (la stessa composizione usata oggi).

Per questo motivo, l'acquarello era la tecnica pittorica principale utilizzata insieme al disegno per prendere appunti visivi durante viaggi ed escursioni.

Non solo gli artisti come Turner, ma anche letterati e semplici viaggiatori portavano sempre con sé un set da viaggio.

Nel frattempo, Turner si dedica anche alla pittura ad olio. Nel 1739 presenta all'esposizione annuale della Royal Academy il dipinto Pescatori in mare, ora alla Tate Gallery di Londra. La sua tecnica è già perfetta all'età di vent'anni e gli consentirà di conquistare con sicurezza un proprio stile personale.

J. M. W. Turner, Dutch Boats in a Gale, 1801, National Gallery, Londra
J. M. W. Turner, Pescatori in mare, 1796, Tate Gallery, Londra

      Il dipinto che presenta nel 1801 alla mostra annuale della Royal Academy, Barche olandesi durante una burrasca: pescatori che cercano di tirare a bordo il pesce, viene apprezzato dal pittore Füssli (l'autore dell'Incubo), ma molti altri sono critici nei suoi confronti a causa della libertà della pittura e della mancanza di linee di contorno.   

Con questo quadro Turner si allontana dalla scuola tradizionale e fa una decisa virata in senso romantico, mostrandosi più attento ai riflessi luminosi sulla superficie dell'acqua e all'uso del colore. La forza travolgente della natura è la stessa dei paesaggi romantici.

carpire v. tr. [lat. carpĕre, con mutamento di coniugazione] (io carpisco, tu carpisci, ecc.). – Strappare, prendere con violenza o con frode, ottenere con astuzia (fonte)

     È interessante capire da dove Turner prenda la spinta per il suo mutamento stilistico. Ovviamente anche lui respira l'aria del cambiamento che si diffonde in Europa, ma rimane essenziale lo studio diretto delle opere degli artisti del passato, studio che lo accompagnerà per tutta la vita, insieme agli stimoli che gli vengono anche da altri acquarellisti inglesi che si dedicano a ritrarre la mutevolezza del cielo. Tra questi, John Robert Cozens e John Constable.

       Forse non è superfluo precisare che 'studiare', per un artista significa essenzialmente copiare facendo schizzi, disegni, studiando particolari, ma anche cercando di carpire i segreti tecnici utilizzati dai maestri.     

Turner, comunque, è un inguaribile frequentatore di musei d'arte e ovunque si trovi, copia le opere degli antichi maestri per scoprirne i segreti. Tra gli artisti che lo attrassero di più, ci furono Rembrandt e Tiziano, specialmente nelle opere dell'ultimo periodo, che tra Cinqe e Seicento portarono la pittura a nuovi livelli di maestria, riuscendo ad ottenere effetti di luce straordinari basati sull'uso di un impasto molto denso, con pennellate sovrapposte e spesso stese a macchie, senza cercare di riprodurre l'illusione della realtà. Oltre a questi anche Nicolas Poussin e Claude Lorrain, pittori francesi del periodo barocco, che dettero grande importanza al paesaggio e agli effetti di luce nel cielo.

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Come già anticipato, le opere di Turner di questi anni vennero molto lodate da artisti romantici come Füssli, ma criticate da personaggi molto influenti che non comprendevano il forte cambiamento stilistico dell'artista, sempre più lontano dallo stile accademico.

     Fu per questo motivo che Turner decise di allestire uno studio privato all'interno della sua abitazione londinese, esponendovi le proprie opere a partire dal 1804, in modo da svincolarsi dalla Royal Academy.

Questa soluzione fu molto apprezzata dagli estimatori di Turner, che, in questo modo, potevano acquistare le tele direttamente dall'artista.

     Nel frattempo l'Europa era scossa dalle guerre napoleoniche. Turner sospese i suoi viaggi oltre la Manica, ma continuò a fare escursioni in Gran Bretagna.

J. M. William Turner, Il ponte del diavolo, (1803-1804)
Olio su tela, collezione privata cm. 78,5 x 62,8

Nel 1811 Turner iniziò a tenere conferenze alla Royal Academy come professore di prospettiva. Le testimonianze dell'epoca ci dicono che non fosse un grande oratore, ma, per spiegare ai suoi studenti i contenuti del suo corso, realizzò tantissimi disegni e dipinti. Le sue lezioni, accompagnate da questi esempi, vennero raccolte e pubblicate da John Ruskin, pittore, critico d'arte e grnde amico di Turner per tutta la vita. (Se vuoi vedere un esempio dei disegni di Turner inseriti da Ruskin nella sua opera Modern Painters, segui il link collegato a Ruskin e vai alla pagina 2182).

          Turner è figlio di un barbiere: viene quindi da una classe umile. Parla il cockney - la parlata tipica dei sobborghi londinesi e che gli creerà non pochi problemi nel suo rapporto con gli altri, soprattutto nell'ambiente accademico. Fin da bambino mostra un gran talento per l'arte. Si racconta che il padre, molto orgoglioso del figlio, esponesse i suoi primi disegni e acquarelli nella bottega e che li vendesse ai clienti. 

     

       Nel 1789, all'età di 14 anni, entrò alla Royal Academy di Londra. Suo maestro fu Thomas Malton, acquarellista specializzato in soggetti architettonici e topografici.

     

     Le prime opere di Turner riflettono questo gusto per il dettaglio e riproducono esattamente la realtà.

 

     Dal punto di vista stilistico sono opere neoclassiche: sostenute da un disegno preciso e dipinte in modo accurato, tenendo conto della prospettiva e degli effetti di luce.

     Ha 15 anni quando espone il suo primo acquarello all'esposizione annuale della Royal Academy e si dedica a questo genere artistico dal 1790 al 1830, diventando rapidissimo e abilissimo.

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Turner in Italia

Nel 1818 l'artista ricevette l'incarico di illustrare The Picuresque Tour of Italy di James Hakewill.

A causa di questa commissione, Turner intraprese un viaggio in Italia che gli permise di approfondire la propria ricerca artistica sull'uso del colore e della luce, influenzando profondamente lo sviluppo della sua pittura. Come sempre, il viaggio fu occasione per studiare i maestri italiani ed entrare in contatto con artisti contemporanei.

Nel suo viaggio, toccò Torino, Milano, Como, Verona, Venezia, Roma, Napoli, Paestum e Lerici.

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J.M. W. Turner, The Piazzetta, Venice (1835 ca.), watercolor and bodycolor, with scratching-out and details added using a pen dipped in watercolor

National Galleries of Scotland Collection

Description (source: National Gallery of Scotland):

A bolt of lightning flashes across the Piazzetta viewed from the Grand Canal in Venice, Italy, illuminating the Doge's Palace, the side and one dome of St Marks and the arcade of the Marciana Library as people run for cover from the rain. Turner conveys both the drama of the storm and the beauty of the Piazzetta with spectacular scraping off and rubbing into the paper's white surface.

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J. M. W. Turner, La Dogana, San Giorgio e le Zitelle dalla gradinata dell'albergo Europa (1835 - 40), olio su tela, 91×122 cm, Tate Britain, Londra

Il paesaggio nelle opere di Turner

Nel linguaggio della critica d'arte, 'pittoresco' indica un'opera realizzata con forti effetti chiaroscurali che ha per oggetto paesaggi solitari spesso caratterizzati dalla presenza di imponenti architetture e rovine e talvolta animata da scene di genere con personaggi che indossano l'abbigliamento tipico di certe culture.

     Nelle opere di Turner il paesaggio è sempre protagonista, anche quando il tema è storico, biblico o letterario: ogni dipinto è l'occasione per manifestare il suo virtuosismo e per mettere in pratica la sua conoscenza del comportamento della luce in relazione ai diversi materiali che sfiora.

      Nelle sue opere incontriamo il senso del Sublime, che attrae e respinge gli uomini romantici ed è così che la Natura ritratta nelle sue opere ha spesso i caratteri della vivacità e della violenza, raffigurando spettacoli tremendi, quali tempeste, naufragi, valanghe e incendi. Sono eventi che nella loro tragicità suscitano nell'osservatore un piacere carico di disorientamento e paura, «a sort of delightful horror», per usare le parole di Edmund Burke, ideatore del concetto di sublime. (Edmund Burke, A Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful (1785).

     Pur rispondendo prevalentemente alla poetica del sublime, i dipinti di Turner esaltano il sentimento di armonia tra l'uomo e la natura, in quadri in cui questi due elementi si confrontano in un sereno equilibrio, in pieno accordo con il pittoresco.

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J. M. W. Turner, Ulisse schernisce Polifemo (1829), olio su tela (132,5×203 cm), National Gallery, Londra

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      Questo è uno dei numerosi dipinti che Turner realizzò sul tema dell'incendio della House of Parliament. L'artista disegnò e dipinse schizzi ad acquerello da diversi punti di vista e, per avvicinarsi al soggetto, si fece portare in barca il più vicino possibile, rischiando, come racconta, di finire bruciato lui stesso.

     

      L'avvicinamento al soggetto da dipingere è un altro elemento importantissimo adottato anche dagli impressionisti.

J. M. W. Turner, The Burning of the Houses of Lords and Commons, 16 October 1834 (1835), oil on canvas (92,5×123 cm), Cleveland Museum of Art

Turner e la luce

Turner era un uomo colto e sicuramente era al corrente delle ricerche sul colore e sulla luce condotte da Isaac Newton.

Molto importante per Turner è anche la Teoria dei colori del poeta e letterato tedesco Johann Wolfgang Goethe (che si era dedicato con costanza al disegno e all'acquarello). Goethe, in particolare, sosteneva che la luce non scaturisse dai colori, ma bensì il contrario. Nello specifico, stando alla dottrina goethiana, i colori primari sono fenomeni generati dall'interazione della luce con le tenebre; secondo tale tesi, dunque, il colore esiste solo in funzione della luce.

A conferma dell'influenza del pensiero di Goethe sull'opera di Turner, vediamo un dipinto ad olio realizzato dall'artista nel 1843 e conservato alla Tate Britain di Londra. Non è l'unica opera che Turner dedica alla teoria di Goethe. Molti sono gli esempi, ad olio e ad acquerello realizzati a scopo didattico, per spiegare ai suoi studenti della Royal Academy gli effetti della luce in pittura.

J. M. W. Turner, Light and Colour (Goethe’s Theory) - the Morning after the Deluge - Moses Writing the Book of Genesis (1843), Tate Gallery, Londra

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     Dopo l'incontro con la pittura di Rembrandt (Turner riprodusse tantissime opere dell'artista fiammingo per comprenderne la tecnica) e la lettura degli scritti di Goethe, Turner concluse che la luce non si limitava a determinare la realtà spaziali del mondo, ma che poteva anche modificarle.

       Per questo motivo, nella raffigurazione del paesaggio, Turner smise di riprendere la natura in modo rigorosamente realistico: anzi, quello che più contava era l'impressione che un determinato stimolo esterno gli suscitava nell'animo e, pertanto, egli si preoccupava piuttosto di cogliere la densità dell'atmosfera e della luce in un determinato paesaggio e di tradurla sulla tela.

     In questo modo Turner iniziò a trattare la luce non più come un semplice riflesso sugli oggetti, bensì come un'entità atmosferica completamente autonoma, in grado, con la sua palpitante intensità, di disintegrare le forme e i colori presenti nei quadri. Il suo obiettivo, la sua 'missione pittorica' fu quello di bloccare la luce sulla tela, conferendole una forma e un colore ben precisi.

   

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J. M. W. Turner, Venice with the Salute (1840-45), 622 × 927 mm, Tate Gallery, London

  Questa ricerca colpirà profondamente Claude Monet quando a Londra vedrà le opere di Turner. Da questa intuizione nascerà l'impressionismo.

Nel dipinto qui proposto il soggetto è quasi invisibile nella nebbia luminosa che pervade la laguna veneziana.

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Il castello di Nohram è a malapena distinguibile, visto in lontananza nell'atmosfera carica di luce.

J. M. W. Turner, Nohram Castle, Sunrise (1835 ca.), oil on canvas (908 × 1219 mm), Tate Gallery, London

Turner e il progresso tecnologico
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      Turner non fu solo un pittore di paesaggi, ma per tutta la sua vita fu ammaliato dalle scoperte scientifiche che in quell'epoca stavano influenzando profondamente la società. 

      Nel dipinto qui riprodotto, l'imponente vascello, Fighting Téméraire, utilizzato durante la battaglia di Trafalgar, vinta dall'ammiraglio Nelson, sebbene al momento del disarmo fosse in pessime condizioni, viene rappresentato nel suo massimo splendore, come carico di tutti gli onori conquistati in battaglia.

Osservandolo bene, però, vediamo come il veliero sia rappresentato con colori molto chiari, come se fosse un fantasma, mentre in primo piano spicca un battello a vapore con grandi ruote che lo sta rimorchiando.

     

       Il tema del quadro, quindi, non è semplicemente il racconto visivo dell'ultimo viaggio del Fighting Téméraire, quanto piuttosto il passaggio dall'epoca 'antica' della vela a quella moderna, caratterizzata dalle nuove macchine a vapore.

J. M. W. Turner, The Fighting Temeraire tugged to her last berth to be broken up, 1838, oil on canvas (90,7×121,6 cm), The National Gallery, London

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J. M. W. Turner, Slavers Throwing overboard the Dead and Dying—Typhon coming on, 1840, oil on canvas (91 cm × 123 cm), Museum of Fine Arts, Boston

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J. M. W. Turner, Snow Storm - Steam - Boat off a Harbour's Mouth Making Signals in Shallow Water, and going by the Lead. The Author was in this Storm on the Night the 'Ariel' left Harwich (1842), oil on canvas (914 × 1219 mm), Tate Gallery, London

Rispetto al dipinto con scena di naufragio, in Snow Storm vediamo nel vortice dei marosi un battello a vapore. Nelle opere di Turner nessun battello a vapore naufraga, sottolineando in questo modo la fiducia di Turner nel progresso.

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J. M. W. Turner, Rain, Steam and Speed – The Great Western Railway (1844), oil on canvas (91 cm × 121.8 cm), The National Gallery, London

ingrandimento di particolare del cielo Rain, Speed and Steam

ingrandimento di parte del cielo in alto a destra: si può notare come l'effetto delle nuvole sia ottenuto con più strati di colore denso, in questo caso, spalmato con una spatola

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Una curiosità: davanti al treno corre una lepre, come si può vedere dall'ingrandimento.

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